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Yoga e Terapia dei Sistemi Familiari Interni

Arielle Schwartz
Arielle Schwartz, PhD è una Psicologa clinica, specializzata in Terapia EMDR, psicoterapeuta somatica e istruttrice di yoga certificata. È una formatrice ricercata a livello internazionale che pres...

La filosofia yogica afferma che l’individuo è già intero e profondamente connesso col mondo che lo circonda.

Lo yoga non rende la persona più completa: la pratica, piuttosto, invita a vedere le illusioni del passato ed eliminare gli ostacoli che impediscono di conoscere la propria natura innata.

La pratica fisica dello yoga invita a sperimentare movimenti energizzanti e pratiche di respiro che danno vitalità, empowerment, giocosità e forza. In sostanza, l’obiettivo di queste pratiche è coltivare un’esperienza sentita di equanimità per contrastare l’impatto destabilizzante di stress e trauma. Partendo da questo presupposto, la persona può rimanere immobile e lasciarsi nutrire dagli stati di riposo e rilassamento.

 

Integrare Yoga e Terapia dei Sistemi Familiari Interni significa avere strumenti per lavorare sulle emozioni e sensazioni vulnerabili quando emergono sul tappetino da yoga.

L’uso cosciente di respiro, movimenti mindful e meditazione aiuta a trovare il proprio centro, ossia quel luogo interiore che non viene toccato dagli eventi traumatici delle nostre vite. Questa azione di centramento ci porta a casa, dal Sé, e ci aiuta ad accedere a uno stato di compassione e chiarezza: ecco che possiamo occuparci, con saggezza, delle nostre ferite.

Centramento

“Centramento” è un verbo” ~ M.C. Richards

Stare nel proprio centro non è uno stato statico: centrarsi significa attingere alla capacità di allinearsi con la natura dentro e intorno a sé. Nella tradizione yogica, la parola sanscrita Spanda fa riferimento alla pulsazione della vita all’interno di noi. Sintonizzarsi su questo ritmo significa notare quanto le nostre emozioni e stati mentali si espandano e contraggano.

In alcuni giorni potremmo sentirci pieni di eccitazione e ispirazione creativa, più leggeri dal punto di vista energetico e fisico. Al contempo, tutti viviamo giorni in cui ci sentiamo fisicamente pesanti, emotivamente esausti, mentalmente affaticati. Non esiste uno stato di essere giusto o sbagliato: l’obiettivo è adattare il respiro e il movimento affinché ci supportino per accedere alla saggezza che risiede nell’espansione e nella contrazione.

Possiamo guardare al centramento come a un processo in evoluzione che consente di accedere alla fonte interiore di pace, saggezza, forza. Il centramento permette di sapere che gli eventi traumatici inevitabilmente ci plasmeranno, ma anche che non rappresentano in toto ciò che siamo. Centramento non significa ignorare il distress, ma piuttosto coltivare questa risorsa per poter andare incontro al distress senza essere risucchiati dal dolore.

Sistemi Familiari Interni e Sé

Il centramento ha molto a che vedere con il processo che Richard Schwartz, ideatore della Terapia dei Sistemi Familiari Interni (IFS), identifica come connessione con il Sé. Il Sé è uno stato di coscienza che esiste in tutti gli individui ed è caratterizzato dalle qualità delle 8 C:

  1. Compassion, compassione
  2. Confidence, fiducia
  3. Creativity, creatività
  4. Courage, coraggio
  5. Clarity, chiarezza
  6. Calmness, calma
  7. Connectedness, senso di connessione
  8. Curiosity, curiosità

Inoltre, troviamo il Sé anche nelle 5 P:

  1. Playfulness, giocosità
  2. Patience, pazienza
  3. Presence, presenza
  4. Perspective, prospettiva
  5. Persistence, tenacia.

Come sostenuto da Sykes (2016), “Nell’IFS, quando parliamo del Sé, facciamo riferimento a uno stato centrato di autoconsapevolezza incarnata e auto-accettazione, unite a un senso profondo di connessione con gli altri”.

Nel modello dell’IFS si ritiene che il Sé non venga scalfito né danneggiato e, pertanto, questo stato centrato di essere invita ad accedere alla propria fonte interna di saggezza. Si ha accesso al Sé trovando un felt sense nel corpo, nel qui e ora, e assistendo, in maniera compassionevole, alla propria esperienza presente o amplificando la connessione con il cuore con un senso di apprezzamento e gratitudine.

 

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Non Esistono Parti Cattive

Tutte le terapie che si basano sul lavoro con le parti, IFS compresa, riconoscono che è comune avere vari stati del sé che custodiscono ricordi, sensazioni, credenze ed emozioni. La mente umana è capace di avere pensieri, sensazioni e bisogni contrastanti e, in qualsiasi momento, i bisogni contrastanti possono diventare polarizzati, portando ad ansia, indecisione, procrastinazione, comportamenti di auto-sabotaggio.

A volte, i conflitti interiori si manifestano con sensazioni somatiche di dolore o sintomi di patologie. Le parti tendono a riflettere la famiglia di origine e portiamo con noi le ferite irrisolte del passato, finché non abbiamo modo di rivisitare tali eventi e trovare un nuovo senso di riparazione e risoluzione.

Cosa ancora più importante, tutte le parti sono fondamentali per il nostro benessere. Come sostiene Richard Schwartz, non esistono parti cattive. In terapia è necessario fare amicizia con tutte le parti e integrare emozioni, sensazioni o strategie di difesa nel senso di sé complessivo. Ciò vale in particolare nella guarigione dal trauma.

Se integriamo yoga e terapia dei sistemi familiari interni, è molto probabile che faremo amicizia con le parti di sé che portano le nostre ferite. Impariamo così ad andare incontro a tali emozioni e sensazioni con compassione e auto-accettazione. Impariamo a dare attenzione alle emozioni vulnerabili con cura amorevole.

Yoga e Terapia dei Sistemi Familiari Interni

Lo Yoga Terapeutico fornisce una base spirituale per sostenere il riconoscimento della propria natura: una natura fluida, responsiva verso l’ambiente circostante e in costante cambiamento. Invece di negare le difficoltà affrontate, è possibile imparare ad accoglierle come motore di trasformazione. La pratica dello yoga aiuta, in sostanza, a lavorare direttamente su emozioni di terrore, collera, vergogna e disperazione sapendo che è possibile trovare un senso più profondo di saggezza, forza e pace.

Abbiamo tutti momenti in cui siamo oscurati dal dubbio, dalla paura o da credenze errate sul nostro valore dovute alle ferite del passato. Questo disallineamento impedisce l’accesso alla chiarezza interiore. In questi momenti potremmo sentirci dirottati da una parte più giovane di noi che cerca tutta la nostra attenzione. Per guarire, dobbiamo dare attenzione a queste parti e trattarne ognuna come un ospite più che gradito, che ha un messaggio importante cui dobbiamo prestare ascolto. La risoluzione richiede che ascoltiamo ognuna delle nostre parti e ce ne assumiamo la responsabilità.

Integrare yoga e IFS implica curiosità: cosa ha da dirci una parte di noi? Di cosa ha bisogno da noi? Con amore e accettazione, cosa vogliamo dirle?

 

Centramento come Pratica

Questa pratica si articola intorno al tema del centramento.

La cosa più importante è che questa pratica è intenzionale e implica attenzione. Ci invita a portare la consapevolezza verso l’esperienza interiore del nostro Sé … Quando la consapevolezza è focalizzata sul mondo esterno per molto tempo, iniziamo a sentirci stanchi, le nostre risorse si esauriscono. L’antidoto è nutrire il corpo e la mente portando l’attenzione verso l’interno. Ecco pratyahara:

In una prospettiva yogica, possiamo guardare a questo processo come al direzionamento dell’energia di forza vitale verso noi stessi. Ciò dovrebbe consentirci di prendere, temporaneamente, una pausa dal mondo esterno per nutrirci con autoconsapevolezza.” Dr. Arielle Schwartz

Articolo liberamente tradotto dal blog di www.drarielleschwartz.com

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