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La Nuova Monogamia

Autore: Tammy Nelson
Tammy Nelson, PhD,  è una psicoterapeuta di fama internazionale, sessuologa certificata, terapista sessuale certificata AASECT e terapista certificata delle relazioni Imago  e consulente autorizzat...
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Dovendo pensare a qualcosa di imprescindibile per il significato del matrimonio nella società occidentale, penseremmo alla monogamia.

In effetti, la monogamia potrebbe essere l’unica cosa che rimane essenziale per l’idea che la maggioranza delle persone ha del matrimonio. Non ci si sposa più per motivi economici, dinastici o per riprodursi, come si è fatto per millenni. Le persone non possono essere costrette a sposarsi per legge, religione o consuetudine; non hanno bisogno di sposarsi per avere rapporti sessuali o per convivere né per fare figli o crescerli.

Ma in tutto questo sconvolgente cambiamento, il requisito e l’aspettativa della monogamia come collante emotivo che impedisce all’intera struttura del matrimonio di crollare sotto il suo stesso peso è rimasto costante.

Data la denuncia e la disapprovazione quasi universale dell’infedeltà da parte dell’opinione pubblica (il che non esclude la gioia malamente celata per i deliziosi scandali delle celebrità, di eminenti figure religiose o importanti figure politiche, di eroi dello sport o persino del collega d’ufficio colto in flagrante), si potrebbe pensare che l’infedeltà sia piuttosto rara.

O almeno: le brave persone non la praticano… noi non lo faremmo mai. Peccato che invece lo facciamo – eccome – molto più di quanto la maggior parte delle persone sembri rendersi conto. Viviamo in una cultura votata, in teoria, alla monogamia, eppure le nostre azioni raccontano un’altra storia.

Non è solo che, come terapeuti, dobbiamo capire che l’infedeltà esiste: lo sappiamo già tutti. Quello che forse alcuni di noi non sanno è quanto sia diffusa.

Le ricerche variano, ma secondo alcuni sondaggi, come quelli riportati da Joan Atwood e Limor Schwartz nel 2002 nel Journal of Couple & Relationship Therapy, il 55% delle donne sposate e il 65% degli uomini sposati hanno dichiarato di essere stati infedeli in qualche momento del loro matrimonio.

La metà delle donne sposate ha almeno un amante dopo il matrimonio e prima dei 40 anni. Se questi sondaggi sono corretti, l’alta incidenza dell’infedeltà non è dovuta al fatto che viviamo in un’epoca particolarmente licenziosa e amorale, nonostante le lamentele pubbliche dei religiosi.

Secondo la nota antropologa e ricercatrice Helen Fisher, le relazioni extraconiugali sono sempre state così diffuse, ma solo adesso stiamo vedendo un quadro più realistico e statisticamente sensato di quel che accade. La Fisher riferisce anche che questo “stato di cose” è vero in almeno altre cinque culture del mondo che ha studiato.

All’interno della nostra professione, praticamente tutti i terapeuti di coppia, qualunque sia il loro modello – psicodinamico, sistemico, comportamentale, orientato all’insight, incentrato sulle soluzioni – hanno creduto, sin dagli albori del settore, che nessun matrimonio in crisi possa riprendersi finché c’è una “terza parte” che aleggia dietro le quinte.

Per la maggior parte dei terapeuti, l’infedeltà in corso, sia essa sessuale, emotiva, fisica, “informatica”, è un ostacolo automatico a una terapia significativa e, ancor di più, a un miglioramento clinico del matrimonio. L’idea che una relazione indichi che qualcosa è profondamente sbagliato nel matrimonio, tuttavia, è smentita dal fatto che dal 35 al 55% delle persone che hanno una relazione extraconiugale si dichiarano felici del proprio matrimonio. Riferiscono anche di avere una buona vita sessuale e una situazione familiare gratificante.

Quindi, come possiamo continuare a considerare i tradimenti come sintomi di matrimoni disfunzionali, quando essi interessano coppie altrimenti “normali”, persino felici? La visione univoca dell’infedeltà non mette mai in discussione il modello standard di monogamia, tanto meno aiuta una coppia a esplorare un nuovo modello di monogamia che potrebbe funzionare meglio per loro e per il loro particolare matrimonio.

Inoltre, un terapeuta che si schiera da una parte o dall’altra, diffamando implicitamente un partner come “cattivo” e approvando l’altro come “buono”, è molto più probabile che perda la coppia all’inizio, poiché l’infedeltà è raramente una questione in bianco e nero.

 

Cosa c’è di bello nella monogamia?

Un ostacolo ancora più grande alla nostra capacità di aiutare le coppie dopo una relazione extraconiugale è che, troppo spesso, noi terapeuti di coppia – custodi della fiamma del matrimonio, per così dire – diamo per scontato di capire effettivamente cosa significhi la monogamia per una determinata relazione.

Per molti decenni, abbiamo preso per incontestabile la vecchia idea di un legame sessuale e romantico esclusivo con una sola persona per tutta la durata del matrimonio, anche se spesso vacilliamo sull’accettabilità di amicizie esterne di genere opposto, flirt sul lavoro e pornografia (purché non oltrepassi una linea indefinita di “dipendenza”) e tolleriamo una certa quantità di grandi passeggiate nella vita di fantasia.

Ma se le storie che sentiamo dalle coppie che entrano nei nostri studi sono indicative, siamo di fronte a un cambiamento epocale. Che ci piaccia o meno, molte coppie sono molto meno condizionate dai vincoli legali, morali e sociali e dalle aspettative sul matrimonio che erano valide per i nostri genitori o anche per noi, se ci siamo sposati 20-30 o più anni fa.

Con un tasso di divorzi che si aggira intorno al 50%, le coppie di oggi sono estremamente consapevoli dell’impermanenza del matrimonio nella nostra cultura e delle molte forze centrifughe della società che lo indeboliscono. Superati i primi giorni romantici da sposini, molte coppie sembrano aspettarsi che l’infedeltà, comunque venga definita, sia più probabile che la sua assenza.

Ma lungi dal manifestare cinismo o scoraggiamento nei confronti del proprio matrimonio, vogliono proteggere la loro relazione – in modi che possono sorprendere o addirittura scioccare alcuni di noi. Invece di voler scambiare il vecchio partner con il nuovo, rifiutano l’ipotesi che, in qualche modo, la seconda volta l’amore sarà “vero” e non saranno mai più tentati di allontanarsi.

Le coppie di oggi sono molto più propense a pensare di negoziare in anticipo cosa intendono per “fedeltà” e come definiscono e vivono la monogamia nella loro relazione. Non è che ci sia un’epidemia di libertini votati allo scambismo sulla scia di Bob & Carol & Ted & Alice, l’iconografica interpretazione anni ’60 di questo tema.

In realtà, la maggior parte delle coppie che praticano quella che io chiamo la “nuova monogamia” vogliono e desiderano ancora un matrimonio monogamo impegnato, con lo stesso attaccamento amoroso a lungo termine, l’affetto, la fiducia reciproca e la sicurezza che la monogamia tradizionale ha sempre promesso, anche se non sempre mantenuto. Solo che le loro idee su ciò che costituisce l'”impegno” emotivo e sessuale, la “fedeltà” e la stessa “monogamia” sono più ampie e variegate rispetto a ciò che abbiamo a lungo considerato la norma.

Che cosa intendiamo quindi con questa “nuova monogamia” dalle molte sfumature e in cosa è diversa dalla vecchia? La nuova monogamia è, in parole povere, il riconoscimento che, per un numero crescente di coppie, l’attaccamento coniugale implica un’idea più fluida di legame con il partner principale rispetto alla “vecchia monogamia”.

Nella nuova nozione di monogamia, ogni partner presume che l’altro sia e rimanga il legame principale, ma che siano consentiti legami esterni di vario tipo, purché non minaccino il legame primario. La chiave di questi accordi, e ciò che li rende significativi nel quadro dell’impegno emotivo, è che non ci può essere segretezza tra i partner riguardo agli accordi.

La fedeltà risiede nel fatto che queste coppie stabiliscono apertamente e insieme che cosa sarà o non sarà permesso nelle loro relazioni con la parte C, e forse con le parti D, E e F. Per le coppie che adottano la nuova monogamia, non sono le relazioni sessuali esterne in sé, ma i segreti, le bugie, i dinieghi, i silenzi e gli appuntamenti nascosti che le rendono così distruttive per il matrimonio.

A torto o a ragione, oggi molte coppie ritengono che l’onestà e la franchezza purifichino le relazioni extraconiugali, rendendole sostanzialmente innocue. Ma come funziona in pratica? L’onestà risolve tutti i problemi che sorgono quando una persona esterna entra nel matrimonio? Queste coppie si stanno illudendo nel tentativo di avere, come si dice, la botte piena e la moglie ubriaca?

 

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Il contratto della monogamia

I partner che si definiscono una coppia (al contrario di due persone che si frequentano di tanto in tanto, o che si impegnano in quelle che sono intese come relazioni a breve termine, o “amici con benefici”, come vengono talvolta chiamati) inevitabilmente giungono a un qualche tipo di contratto sulla monogamia – esplicito, implicito o entrambi – che se ne rendano pienamente conto o meno.

L’accordo di monogamia esplicito è quello che viene enunciato o sottoscritto ad alta voce da entrambi e definisce le regole esplicite della coppia, che di solito proibiscono coinvolgimenti sessuali e/o romantici esterni finché morte (del partner o del matrimonio) non ci separi.

Un accordo esplicito di monogamia può essere una promessa di matrimonio che in genere presuppone e talvolta prevede chiaramente un voto sia personale che legale: ci impegniamo a dedicarci a una persona, e non a chiunque altro ci possa piacere individualmente nel corso degli anni.

In genere prendiamo molto sul serio questo contratto esplicito, a prescindere dal fatto che prima o poi lo infrangiamo: ci crediamo, anche se non necessariamente lo rispettiamo.

Pamela Druckerman ha condotto ricerche sull’adulterio in diverse culture del mondo riportando le sue conclusioni in “Lust in Translation: Infidelity from Tokyo to Tennessee“: più dell’80% degli intervistati ha dichiarato di ritenere che l’infedeltà fosse sbagliata. Tra coloro che hanno ammesso di essere stati sorpresi a tradire, la maggioranza ha dichiarato di non considerarsi un “tipo da tradimento”.

A quanto pare, anche quando tradiamo, non ci piace pensare a noi stessi come al tipo di persone che lo farebbero. Con quella meravigliosa capacità di contraddizione che caratterizza la nostra specie, possiamo essere infedeli pur credendo sinceramente a esserlo siano solo gli altri. Quando facciamo un voto esplicito di monogamia, abbiamo tutta l’intenzione di mantenerlo, anche se molti di noi non lo fanno.

Tuttavia, l’accordo di monogamia implicito o quel che dà per assodato la coppia è diverso dall’accordo orale di monogamia esplicito e potrebbe non essere mai stato discusso. Spesso basato sui costumi culturali, sulle credenze religiose (o sulla loro mancanza), sui ruoli sessuali tradizionali, sul background familiare e sui valori morali personali, l’accordo implicito può non essere mai discusso apertamente prima della cerimonia di impegno, o anche dopo.

In effetti, ogni partner può avere una concezione diversa, persino contrapposta, di quello che è l’accordo e aspettative diverse sull’impegno che ciascuno ha preso. Per esempio, gli accordi impliciti di monogamia includono:

  • “Promettiamo di essere fedeli finché uno dei due non si stanca dell’altro”, o
  • “So che tu non mi tradirai, ma probabilmente io lo farò”, o
  • (voto tradizionalmente femminile) “Io sarò fedele, ma tu no perché sei un uomo”, o
  • “Saremo fedeli tranne per l’occasionale scambismo quando andiamo in vacanza”.

Spesso avviene una collisione improvvisa tra i contratti impliciti di ciascun partner che ha un effetto valanga su una crisi coniugale. Ad esempio, Ryan e Tina erano in terapia con me per la relazione di Tina con un vicino. Ryan era sconvolto dalla relazione di Tina, anche se lui stesso aveva ammesso di aver avuto sei o sette “scappatelle” sessuali con donne nel corso del matrimonio. Sua moglie era a conoscenza delle sue scappatelle e le aveva sopportate, dando per scontato che “gli uomini fanno così”.

Ciò che sconvolgeva Ryan era, innanzitutto, che Tina avesse una relazione – la regola implicita era che lui poteva, ma lei no. Ancora più scioccante è che questa non era una scappatella. “Tina si era innamorata di questo tipo“, diceva, lamentandosi, Ryan. “Io non amavo le donne con cui sono andato a letto; era solo sesso. Non ho mai pensato che potesse accadere una cosa del genere!“. Nella mente di Ryan, il suo accordo implicito di monogamia era che le sue relazioni erano accettabili finché non c’era un legame emotivo. Il fatto che lei avesse una relazione e che, con il peggior tradimento di tutti, si fosse davvero innamorata non era previsto da quello che lui pensava fosse il loro accordo.

In questi casi, il focus della terapia deve essere la scoperta e la divulgazione delle regole implicite e non dette che riguardano il comportamento e gli atteggiamenti di ciascun coniuge nei confronti della fedeltà. Se un marito ritiene che sia giusto per lui chattare online con altre donne, magari usando una webcam per avere esperienze sessuali con loro via Internet, va bene se la moglie fa lo stesso? Se la moglie ha un forte legame emotivo con un amico maschio e gli manda messaggi ed e-mail tutto il giorno, condividendo i suoi sentimenti e desideri più intimi, è giusto che il marito abbia il medesimo tipo di relazione con un’amica donna?

Durante la terapia con Ryan e Tina, abbiamo lavorato sull’esposizione delle aspettative implicite che avevano entrambi nei confronti della relazione e del significato della monogamia per loro. Abbiamo analizzato le convinzioni dei genitori sulle relazioni e sul matrimonio.

È stato interessante notare che la madre di Tina aveva avuto una relazione quando Tina era giovane, di cui nessuno ha mai parlato – Tina lo ha scoperto solo quando una zia se l’è lasciato sfuggire una sera a tavola.

Il padre di Ryan andava regolarmente negli strip club e nessuno in famiglia pensava che fosse una cosa insolita: era il genere di cose che facevano gli uomini.

Nel momento in cui Tina ha espresso il suo disgusto e la sua delusione per il fatto che il suocero passasse le sue serate a guardare le ballerine di pole-dance, Ryan poteva capire meglio come si era sentita sua madre riguardo questo comportamento. Ryan l’ha guardata modo strano e ha detto: “Ma non è un complimento per le donne sapere che ci piace guardarle?“. Tina è scoppiata in lacrime e ha risposto: “No, è un complimento se volete ascoltarci. Per questo ho iniziato la mia relazione. Lui mi ha ascoltato; tu non lo fai mai“.

I nuovi monogami cercano di eliminare il divario che spesso esiste tra le regole esplicite e quelle implicite della “vecchia monogamia”. Dal punto di vista della nuova monogamia, il trucco è stabilire e rivedere continuamente le regole per fornire linee guida chiare per il mantenimento di una relazione monogama, facendo sì che siano, al contempo, abbastanza flessibili da incoraggiare la crescita e l’esplorazione per entrambi i partner.

Alcune coppie continuano a rinegoziare le loro regole di monogamia, direttamente o in modo più sottile, man mano che invecchiano e attraversano le diverse fasi di sviluppo del loro matrimonio. Di conseguenza, queste regole possono cambiare quando si hanno dei figli, quando i figli vanno a scuola o lasciano la casa, durante la menopausa, quando si va in pensione o quando cambiano i ruoli dei coniugi, ad esempio quando la moglie intraprende una carriera una volta che i figli lasciano il nido.

Nel mio studio vedo molte coppie apparentemente piuttosto convenzionali e conservatrici, persino compassate, che riferiscono di incontrarsi regolarmente con “partner di gioco”, o con coppie conosciute online, per appuntamenti di sesso. Molte coppie con figli che hanno appena iniziato la scuola sembrano cercare una pausa dalla routine del lavoro e delle faccende domestiche e vogliono riaccendere un senso giovanile di avventura, eccitazione sessuale e desiderabilità.

Vogliono però rimanere monogami e non hanno intenzione di dare fine al matrimonio. Secondo i termini del loro accordo di monogamia, si incontrano con le altre coppie solo per divertimento e sport; tutti i contatti sessuali tra loro quattro (o altri) avvengono insieme nella stessa stanza e solo nei fine settimana, senza che vi siano contatti individuali esterni tra i partner delle diverse coppie. Le coppie parlano dei loro sentimenti riguardo al gioco sessuale sia prima che dopo gli eventi.

Nel mio studio discutiamo di questi incontri, delle emozioni, delle personalità coinvolte, delle complessità e dei problemi che emergono, come di qualsiasi altro problema coniugale. Questi nuovi monogami mostrano un impegno reciproco analogo alle coppie tradizionali, anche se possono sentirsi più legati l’uno all’altro grazie alla fiducia reciproca che, secondo loro, si sviluppa quando i partner si danno, reciprocamente, il permesso di fare esperienze sessuali con una persona esterna alla coppia mentre l’altro partner assiste o partecipa.

Nella mia esperienza, quando le regole sono messe in chiaro in via preliminare, è raro che nascano problemi di gelosia o emozioni legate al tradimento. Spesso le coppie iniziano un percorso di crescita che li porta ad allontanarsi naturalmente dalle relazioni esterne. Una coppia, ad esempio, ha interrotto il “gioco” quando la partner è rimasta incinta del terzo figlio.

 

I tre elementi di una relazione extraconiugale

Dopo aver fatto un tentativo di definire la monogamia, nuova e vecchia, passiamo all’infedeltà. Che cosa significa questa parola così fortemente evocativa? Fondamentalmente, tutte le relazioni extraconiugali possono essere scomposte in tre elementi:

  1. la disonestà;
  2. la relazione esterna;
  3. l’infedeltà sessuale.

Tutte e tre le parti si collocano all’interno di un continuum, con livelli e gradi diversi. La disonestà può andare dal nascondere una relazione vera e propria al non dire che si è attratti dal cassiere carino del supermercato e ci si lascia andare a qualche fantasia su di lui. Alcuni comportamenti disonesti sono più gravi e distruttivi di altri.

Bob e Tanya, per esempio, erano sposati da 15 anni quando Tanya trovò le lettere di Bob alla sua amante Adele sul suo computer portatile, lasciato aperto una notte. Le lettere, adoranti e piuttosto esplicite, rendevano evidente che lui andava a letto con Adele da diversi anni. Ma quando Tanya ha affrontato Bob, lui ha negato categoricamente l’evidenza. “Non so di cosa tu stia parlando“, ha risposto, senza mostrare emozioni. “Quelle e-mail devono essere di altre persone, non le ho mai scritte“. Lei l’ha portato, praticamente a forza, in terapia, ma ci sono volute settimane prima che lui ammettesse finalmente ciò che era palesemente ovvio: aveva davvero una relazione, che andava avanti da anni.

A mio parere, il matrimonio si è rotto non a causa della relazione, ma perché il tradimento di Bob era stato così profondo e il suo atteggiamento così ottuso e inflessibile che Tanya sentiva (probabilmente a ragione) di non potersi più fidare di lui.

Al contrario, Tim ed Elaine hanno iniziato la terapia dopo che lui le aveva detto che la sua assistente, Missy, ci provava con lui mentre erano a lavoro. Il tutto sarebbe potuto essere niente più che imbarazzante, se non fosse che Tim ha confessato a Elaine di essere attratto da Missy e di fare fantasie sul  chiederle di uscire. In effetti, Missy lo aveva battuto sul tempo e gli aveva chiesto di andare a casa sua a bere qualcosa una sera. Lui ci era andato e, sebbene non volesse ammettere di aver avuto un rapporto sessuale, era chiaro che c’era stata una qualche esperienza sessuale. In seguito si era sentito male, ne aveva parlato a Elaine, senza dettagli espliciti, e ora erano in terapia per parlare del suo distress e della loro relazione.

Voleva Missy, ma non voleva volerla, voleva sua moglie e non poteva averle entrambe. Questa coppia ha risolto il suo dilemma, con l’uscita di scena di Missy, ed Elaine non ha mai smesso di fidarsi di Tim perché la sua onestà le aveva dato un senso di fiducia in lui e nella loro relazione.

Il secondo aspetto delle relazioni è la relazione esterna, che può essere con un buon amico a lavoro o con un vecchio compagno di bevute dei tempi dell’università, con un ex amante o con l’ex coniuge che si incontra occasionalmente a pranzo, con un’avventura di una notte o con un’amante a tutti gli effetti.

Nella nostra cultura, l’intimità, la privacy, la segretezza e la lealtà sono spesso riservate (in teoria) esclusivamente al coniuge. All’interno di questo modello concettuale di “unione”, condividere informazioni personali con un amico intimo di sesso opposto può essere considerato una minaccia per il matrimonio. Condividere pensieri e segreti intimi con questi amici può essere considerato una sorta di furto della relazione primaria: il partner offeso potrebbe ribattere “sono affari nostri”. Ciò, a volte, porta a oltrepassare il confine dall’amicizia all’attrazione romantica e sessuale.

Anche un legame intellettuale, sociale e politico stimolante può essere considerato pericoloso: le campagne politiche, ad esempio, sono piene di relazioni che fanno leva sull’eccitazione adrenalinica e sul cameratismo della competizione. Anche se questa “amicizia” esterna non ha mai un seguito fisico può comunque sembrare un tradimento nei confronti del coniuge, qualora sia ovvio che il partner la trovi molto più vitale, eccitante e intima della noiosa vita domestica.

Brad e Janet erano sposati da 14 anni e avevano due figli di 10 e 12 anni. B. era un programmatore di computer che lavorava di notte e J. era una mamma casalinga socialmente isolata. Brad era esposto a numerose relazioni professionali, molte delle quali con donne. Janet leggeva regolarmente le sue e-mail, ascoltava le sue telefonate e gli controllava le tasche, prima di rendersi conto, con certezza, che suo marito aveva solo contatti professionali amichevoli con queste donne.

A quel punto, trovarono il modo di coinvolgere queste donne nella relazione a livello sociale, invitandole a partecipare a delle cene o ad altri eventi sociali. Janet ha iniziato a capire che gli amici di Brad potevano essere la sua via d’accesso a una vita sociale più ricca. Inoltre, grazie alle abilità comunicative apprese in terapia, è stata in grado di parlargli del disagio che provava quando le sue amiche lo chiamavano a casa o passavano troppo tempo al telefono con lui. Lui si è mostrato empatico verso quello che sentiva la moglie e, quindi, ha iniziato a includerla o a lasciar perdere il telefono.

Il terzo aspetto, il più spinoso, delle relazioni extraconiugali è, ovviamente, l’infedeltà sessuale.

Anche in questo caso, l’infedeltà si colloca all’interno di un continuum, che a volte è tanto negli occhi di chi guarda quanto nel comportamento effettivo. Alcuni, in particolare quelli con forti convinzioni religiose, ritengono che “desiderare” la moglie del vicino o “concupire” un’altra persona, per non parlare dell’uso di materiale pornografico, siano violazioni della fedeltà tanto quanto andare in un motel economico con un amante segreto. Al contrario, un coniuge può lasciare all’altro libero accesso alle relazioni sessuali su Internet, purché non ci sia un vero incontro o un “contatto”. Il sesso con le prostitute o anche un fugace incontro sessuale con qualcuno può essere accettabile, purché il sesso sia totalmente confinato in un universo emotivo lontano, molto lontano dal pianeta Terra della relazione “reale”.

 

L’intervento clinico sull’Infedeltà nella Coppia

L'intervento clinico sull'Infedeltà nella Coppia

Che deve fare il terapeuta?

Nella cultura della nuova monogamia, le coppie negoziano la loro fedeltà in molti modi che risultano ancora inesplorati, se non del tutto ignorati, da molti terapeuti. Quando una coppia mi dice che c’è stata una relazione extraconiugale, non posso dare per scontato di sapere cosa ciò significhi. Devo valutare cosa significa, esattamente, monogamia per questa coppia e in cosa consiste la rottura del patto di fedeltà.

Quali sono i termini del loro accordo di monogamia esplicito o implicito? In che modo la mia visione di fedeltà come professionista aperta mentalmente rispetto alla loro versione della monogamia o come persona che ha credenze più tradizionali definisce la terapia in modo che funzioni al meglio per i clienti? Per quanto mi sia sempre considerata abbastanza aperta e ragionevolmente al passo coi tempi, sono numerose le coppie che hanno interrotto la terapia con me poiché ritenevano che fossi troppo tradizionale.

Ci sono state coppie che si sono presentate nel mio studio e mi hanno raccontato storie che rischiavano di farmi rimanere a bocca aperta. Talvolta chiedo alle coppie di raccontarmi come gestiscono la relazione, non per curiosità voyeuristica né per insistere sui dettagli della loro vita sessuale: lo faccio perché trovo affascinante il modo in cui bilanciano i vari livelli dell’impegno nei confronti dei vari partner.

Spesso chiedo alle coppie “Come tenete insieme tutti i pezzi?”. A volte sono indulgenti nei miei confronti e, ad esempio, mi spiegano che nelle sere in cui vedono un partner esterno decidono insieme chi rimane a casa con i figli, mentre l’altro incontra l’amante. Oppure lo incontrano a turni, a casa propria, di notte. Oppure a volte gli amanti vanno a casa loro la stessa notte e si svegliano al mattino per fare colazione tutti insieme. A volte possono avere un fidanzato o una fidanzata o un’altra coppia che va a letto con loro. Vengono in terapia non per ottenere il permesso di fare quello che stanno già facendo, ma per rendere più chiara la loro comunicazione.

Le relazioni che vanno avanti senza intoppi non portano i partner a presentarsi nel mio studio, per cui do per scontato che abbiano trovato un modo per bilanciare la trasparenza e la comunicazione necessarie a tenere insieme i pezzi. A volte mi confondo con i personaggi della trama, e ci sono coppie che hanno avvertito frustrazione nei miei confronti, ritenendo che il mio punto di vista più tradizionale si stesse manifestando.

Forse la mia incapacità di concentrarmi sulla complessità degli accordi di monogamia più integrati interferisce con la terapia. Una coppia mi ha detto che voleva trovare un terapeuta più giovane che fosse specializzato nello scambismo. Ho chiesto se potessi continuare a seguirli. Mi hanno guardato come se avessi chiesto loro un video hard. La nuova monogamia, pur essendo una realtà che credo debba essere riconosciuta, non garantisce affatto una navigazione tranquilla nella vita matrimoniale.

Tra due persone che si costruiscono una vita insieme, ci saranno sempre molte opportunità di incomprensione reciproca, di sentimenti feriti, di comunicazione inefficace, di noia sessuale e di conflitto, indipendentemente dalla versione della monogamia – nuova, vecchia o intermedia – che definisce la relazione. Ma piuttosto che imporre un programma prestabilito alla coppia, il mio compito è quello di aiutarli a fare le scelte migliori per la loro relazione ed elaborare un accordo di monogamia nella piena consapevolezza di ciò che stanno facendo.

Non è che uno o l’altro non possa avere segreti, per esempio; piuttosto, la terapia dovrebbe aiutare entrambi a trovare un accordo sul fatto che i segreti siano ammessi o meno. Spesso, nel processo che porta alla piena consapevolezza del loro accordo implicito di monogamia originale, le coppie assumono un atteggiamento migliore al fine di rinegoziarlo, tenendo conto delle persone che sono diventate rispetto a quelle che erano all’inizio del loro matrimonio. A volte il risultato può essere, al contempo, maggiore autonomia e un legame coniugale più forte.

Una coppia con cui lavoro, Ned e Beatrice, aveva sempre mantenuto quello che pensavano fosse un chiaro accordo di monogamia: niente partner sessuali esterni. Eppure, hanno scoperto che entrambi avevano relazioni sessuali quando viaggiavano per lavoro. Prima Ned, il marito, è stato “beccato” e ha confessato diverse esperienze che ha descritto come “sesso non emotivo, puramente ricreativo“. Beatrice si è sentita ferita e tradita e si è chiesta se lasciare Ned. Le ho chiesto di non prendere decisioni per almeno sei mesi, perché in quel momento provava emozioni intense e sarebbe stato difficile prendere una decisione chiara. Per diverse settimane abbiamo lavorato sul tradimento del loro accordo di monogamia originario.

Poi, Beatrice ha confessato che anche lei aveva avuto diverse avventure in viaggio e che in realtà non avevano influito sui suoi sentimenti per il marito. Erano entrambi sorpresi e si chiedevano se questo fosse un segno che si stavano allontanando. Ho chiesto loro se i segreti e le bugie alla fine li avrebbero portati a sentire che stessero vivendo vite parallele. Hanno pensato che sarebbe potuto succedere e che la loro risposta (non la mia) fosse quella di concordare che ognuno avrebbe potuto continuare le proprie esperienze sessuali esterne, ma con regole più chiare.

Hanno deciso che potevano avere rapporti sessuali con altre persone al di fuori del matrimonio, ma solo quando viaggiavano separatamente. Inoltre, non avrebbero mai fatto sesso con un collega che lavorava per la stessa azienda né avrebbero avuto rapporti sessuali più di una volta con la stessa persona. L’altra regola importante era che dovevano dire al partner che era successo, ma senza dettagli, a meno che non sentissero l’esigenza di condividere eventuali emozioni relative all’episodio.

In questa eventualità, hanno concordato che avrebbero messo in atto interventi di emergenza per capire cosa stava accadendo nel loro matrimonio. Sia Ned che Beatrice hanno detto che non avrebbero mai potuto avere questo tipo di matrimonio aperto in precedenza.

Da giovani ci saremmo sentiti troppo minacciati“, ha detto Beatrice. “Ma ora so che nessuno dei due ha intenzione di porre fine al matrimonio. Ci amiamo, ma ci siamo sposati quando eravamo giovani e non abbiamo mai fatto sesso con nessun altro, mai. MI viene da pensare: ho cinquant’anni … quanti anni mi restano per fare sesso?“, ha aggiunto. “Volevo sperimentare come ci si sente, e sento di avere il permesso di mio marito a farlo; questo me lo fa sentire molto vicino. Sento di essere un essere sessuale pienamente vivo. Sono più attraente per mio marito perché so di esserlo anche per gli altri uomini. Non riesco a spiegarlo“, ha concluso, “ma sento di amare Ned più che mai“.

Ci sono matrimoni in cui le coppie accettano di vivere vite parallele, emotivamente slegate, mentre ognuno dei due partner cerca l’amore e il sesso all’esterno. Per la nostra cultura può essere particolarmente difficile guardare con favore a queste unioni, poiché infrangono così profondamente la regola di base “amore e matrimonio vanno insieme, sono inscindibili“. In realtà, non solo ci sono momenti in cui è possibile avere l’uno (il matrimonio) senza l’altro (l’amore), ma questo accordo può sembrare ai partecipanti come l’unico che abbia davvero senso, date le circostanze.

Può persino sembrare l’unica cosa giusta da fare. Ad esempio, Jack e Karla si sono sposati durante l’ultimo anno di una delle più prestigiose università statunitensi. All’epoca, il loro accordo era che Jack avrebbe intrapreso la carriera di avvocato e Karla avrebbe fatto la scuola di specializzazione per diventare insegnante, ma avrebbe abbandonato la carriera con l’arrivo dei figli per stare a casa ad accudirli.

Ed è proprio quello che ha fatto. Ora, a quarant’anni, con i figli in età adolescenziale, Karla è sbocciata, in molti sensi. Ha ripreso gli studi universitari con un dottorato in pedagogia, un campo che le piaceva molto. Inoltre, come ha finalmente detto a Jack una sera, aveva una relazione con un professore della sua scuola di specializzazione, anzi, la relazione andava avanti da 10 anni. In questa conversazione esplosiva con il marito, potente avvocato di un importante studio legale, lei ha detto – per la verità, urlato – che lui non la vedeva più da oltre dieci anni, se non come angelo del focolare e madre dei suoi figli. Con lui si sentiva più simile a un golden retriever che a una persona vera e propria … anzi, forse il cane avrebbe ricevuto più attenzioni.

Nel frattempo, il suo professore le diceva che era una donna unica, intelligente e bella, ed era in gran parte grazie alla sua influenza che aveva deciso di continuare gli studi. Al di fuori del matrimonio, Karla aveva vissuto una vita completamente separata e distinta con il professore: dormiva nel suo appartamento nei fine settimana quando diceva a Jack di essere alle conferenze e riceveva da lui pieno sostegno emotivo, nonché guida e compagnia. Sentiva che lui era il suo vero partner e l’uomo che amava. Jack era quasi completamente assorbito dalla sua ricerca esclusiva dell’arrivare all’apice della carriera legale. Non sapeva nulla di lei, come lei non sapeva nulla di lui e della sua vita senza di lei.

Per quanto Karla sentisse che la sua vita non aveva senso senza il suo amante (che le aveva chiesto di lasciare Jack), ha deciso di non divorziare, sapendo che questo avrebbe provocato grande imbarazzo in Jack e ne avrebbe annullato le chance di promozione. Lavorava, infatti, per uno studio molto tradizionalista, in cui i soci erano tutti sposati e disapprovavano il divorzio: le mogli dei soci erano “mogli da compagnia” e i “valori della famiglia” erano ben scolpiti nello statuto dello studio.

Inoltre, si preoccupava delle conseguenze finanziarie di tale scelta, che avrebbe compromesso i suoi piani futuri e la stabilità economica dei suoi figli. Aveva parlato del tradimento a Jack solo perché sentiva che fosse nell’interesse di entrambi che anche lui trovasse un’amante, in modo da ripristinare l’equità nel matrimonio e alleviare il suo senso di colpa.

Sembrava che ci fosse un vero e proprio obbligo. Karla affermava che, se non avesse pensato di recare danno a Jack, nonché a sé stessa e ai suoi figli, avrebbe lasciato il marito e perseguito la propria crescita personale e professionale. Tuttavia, questa scelta avrebbe messo chiaramente in pericolo la carriera di Jack.

La soluzione cui sono giunti lei e il marito. La soluzione cui sono giunti sarebbe probabilmente scioccante per i terapeuti che siamo abituati a vedere nelle serie TV. Quando la terapia è arrivata al capolinea, Jack aveva trovato un’amante e, dopo un lungo ma pacifico processo di negoziazione, lui e Karla hanno concordato che avrebbero portato avanti vite parallele, con amanti esterni, senza però abbandonare la relazione primaria, se non altro per salvare le apparenze.

Insieme, Karla e Jack hanno preso una decisione informata e trasparente, per fare quel che per loro funzionava meglio. Certo, questa soluzione va contro la norma che dice di abbandonare un matrimonio che non può essere salvato per trovare un nuovo amore e una nuova promessa di vivere felici e contenti, promessa che prima di avverarsi potrebbe essere ripetuta più di una volta.

Eppure, potremmo dire che, in un certo modo, il loro approccio è stato più adulto, disciplinato e, se vogliamo, responsabile per tutte le parti coinvolte.

 

Monogamia nel lungo termine

Forse le coppie sono sempre più flessibili nel definire la monogamia anche perché viviamo più a lungo rispetto al passato ed è molto meno probabile che uno dei coniugi muoia 5/10 anni dopo il matrimonio. Ad oggi ci aspettiamo che le coppie preservino la connessione sessuale ed emotiva per 40, 50 o, persino, 60 anni.

Non esistono precedenti, in nessuna cultura, di matrimoni e passioni monogame per un periodo di tempo così lungo. Non sappiamo come rimanere monogami, e felici, con un solo partner sessuale per mezzo secolo, probabilmente perché non abbiamo mai bisogno di saperlo fare.

La monogamia è una scelta consapevole che compiono gli esseri umani e, forse, è la scelta migliore per la nostra specie. Una relazione di lungo termine, improntata a connessione e monogamia, porta a una migliore genitorialità e alimenta, negli esseri umani, la creatività emotiva: andare d’accordo con qualcuno per molti anni richiede specifiche capacità relazionali, come l’autocontrollo, l’intelligenza psicologica, la pazienza, l’empatia consapevole e, semplicemente, la gentilezza.

Se la monogamia non è naturale per gli esseri umani, allora diventa un’opportunità per proteggere i nostri legami più intimi continuando, al contempo, a crescere come individui. Il matrimonio non può più essere visto come uno stato costante e stabile, in cui non vi sono variabili o cambiamenti: non può essere uno stato in cui entriamo in automatico una volta pronunciati i voti.

Si tratta di una relazione che viene rinegoziata costantemente, anche se non ne siamo consapevoli. È molto meglio negoziare con l’altro con onestà, sensibilità e occhi ben aperti sulla situazione reale, invece di darsi al pensiero magico o raccontarsi che tutto andrà bene se andiamo avanti con i paraocchi, sperando sempre nel famoso “e vissero felici e contenti”.

 

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nuova-monogamia

 

 

Fonte: “The New Monogamy” by Tammy Nelson, Psychoterapy Networker July/August 2010

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One thought on “La Nuova Monogamia

  • pieraldastagliano says:

    Ho capito che la monogamia rappresenta un percorso mentale/interno di ciascun membro della coppia in relazione mentre vive l’esperienza/esterna reale reciproca…..nell’idea di continuità nella costruzione di una identità in crescita …
    Nuovi incontri e coinvolgimenti, si frappongono inevitabilmente rivoluzionando e sconvolgendo l’ideale procedere nella coppia principale….diventa indispensabile fare chiarezza del proprio sentire

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